Studi e recensioni
Sarebbe pretenzioso cercare di suggerire tutti i libri migliori sul tema dell'Oplologia. In realtà in questo spazio ci limitiamo a parlare delle opere che i nostri Soci hanno avuto modo di leggere e ci hanno segnalato e che ci sono sembrate interessanti per chi desidera approfondire argomenti di carattere oplologico.
Repertorio storico degli Archibugiari italiani
dal XIV al XX secolo
Autore: Bruno
Barbiroli
Un titolone impegnativo. Ora che l'ho davanti sembra più
semplice farlo che dirlo. Ma sulla copertina, un po' più in basso,
prosegue specificando "Maestri da canne, da serpi, da ruote,
d'azzalini, schiopettari, archibugiari armaioli, incassatori,
mercanti d'armi e inventori. Vi basta? A me sì. E avanza anche. Un
libro che già vederlo "in costruzione" mi ha fatto venire spontaneo
parafrasare I'incipit di un testo sacro -per carità senza scadere
nella blasfemia che oggi è tanto di moda- "In principio fu il
Malatesta": era il 1939. Da quel Malatesta, di cui qualche anno fa
curai la riedizione anastatica, siamo passati tutti noi
appassionati nati a cavallo del secondo conflitto mondiale. Era un
libro di non grande respiro ma pieno di illustrazioni che lo
rendevano accattivante, interessante: ci pareva il massimo del
sapere. Poi nel 1958 apparve in Italia lo Stakel, massiccio, denso
di nomi, di marche, di testo però ahimè in danese. Gli fece seguito
nel 1978 il "Der Newe Stakel", in tedesco, quindi di difficile
accesso. Tuttavia era l'opera più vasta esistente sugli "armieri"
europei. Ora, senza dimenticare il Gaibi, l'importante lavoro di
Nolfo di Carpegna sugli armaioli bresciani (in inglese) e altri
ancora che lo hanno preceduto e seguito in settori più limitati,
ecco l'imponente neonato di Bruno Barbiroli: il lavoro di una vita.
Bruno, infatti, ha avuto il coraggio e la forza di catalogare tutti
nomi degli artigiani italiani specializzati nella produzione delle
parti che costituiscono un'arma da fuoco, reperiti in elenchi e
repertori presenti in opere dedicate all'archibugeria italiana,
tutti quelli incontrati nei libri, articoli, cataloghi d'asta
ordinandoli in ordine alfabetico affiancandoli con tutte le notizie
che riusciva a trovare. Talvolta aveva solo un nome, ma non per
questo lo scartava: l'accantonava in attesa di trovare qualche
documento, qualche parola, una data, un accenno che quel nome
potesse dare qualche consistenza, che fosse conferma della sua
esistenza. Ci vuole un minimo di pratica su ciò che vuol dire
ricerca; altrimenti non si può capire a pieno la fatica, la
profondità, l'importanza di quello che qualcuno potrebbe definire
con sufficienza una semplice "collazione". "Te la do io la
collazione" direbbe Beppe Grillo (il comico)! Sfogliandolo ancora
in lavorazione ho scoperto notizie, date, nomi che avevo cercato
senza risultato. E sì che ne ho consumati di libri da quando, al
liceo, m'esplose la malattia del tarlo! Non voglio dire altro, solo
quello che ho detto all'autore davanti all'ultimo giro di bozze:
"Bruno hai fatto davvero un grosso lavoro". Ed è davvero un'opera
imponente, che mancava, utilissima, preceduta da un capitolo che
mostra in foto i principali meccanismi di accensione dalla miccia
alla percussione; arricchita da un gran numero di note ed
ingentilita da una sequenza di piccole incisioni tratte da antichi
testi che danno al volume eleganza e raffinatezza. Credo che per un
pezzo non vedremo un'altra opera simile. Concludendo, potrei dire,
per fare un paragone che chiarisca meglio le idee ai lettori, che
siamo di fronte ad un nuovo Stakel tutto italiano: ciò può rendere
l'idea generale dell'opera ma sarebbe un paragone stonato per
quello che da domani, nel nostro mondo, tutti chiameranno
semplicemente "il Barbiroli". E non sto per niente
scherzando.
C.
Calamandrei
I Patrioti Svizzeri per Garibaldi
Storia e peripezie delle armi donate alla causa italiana.
Autore: Renzo Sgarella
Ancora una volta Renzo Sgarella sembra aver centrato
il bersaglio, stuzzicando l'attenzìone degli appassionati di armi
legate alla storia risorgimentale italiana: a breve distanza dalla
pubblicazione del suo studio sulla carabina federale svizzera, ecco
ora apparire questo volume dedicato a un lotto di revolver donati
dai "Patrìoti Svizzeri" agli ufficiali garibaldini. Come si può
intuire, l'argomento (ideale continuazione de Le Colt di Garibaldi
del compianto Enrico Arrigoni, dei cui archivi si è pure servito
I'Autore) copre in realtà un'area di interesse piuttosto vasta, che
spazia dallo studio documentale di episodi attestanti la diffusione
a livello internazionale della popolarità del mitico condottiero,
all'esame della produzione europea di alcuni modelli di armi per lo
piu ispirati -con gustose e talvolta ingegnose variazioni sul tema-
alla tipologia creata da Samuel Colt, all'identificazione di
specifici esemplari di questi oggetti riferibili allo stesso
Garibaldi o a personaggi, più o meno noti, del suo entourage.
Proprio su quest'ultimo aspetto vorrei soffermermi, per rilevare
come queste pagine, al di là della loro indiscussa valenza di
documentazione storica, tocchino particolarmente l'animo dei
collezionisti, che proveranno una certa emozione nel riconoscere
oggetti del tutto analoghi a quelli che si possono ancora
incontrare, talvolta a prezzi relativamente contenuti, nelle aste o
in qualche vecchia armeria. Tra i casi più eclatanti,
I'identificazione, ben illustrata nel testo, della carabina donata
da un circolo patriottico bernese al Generale e consegnata nel
luglio 1860 (in piena spedizione dei Mille!) in un pezzo alienato
all'asta di Czerny's (Casa d'Aste di Sarzana credo familiare a
molti dei lettori) nel 2011. Dopo aver descritto questo episodio,
inquadrandolo nel vasto movimento di opinione che si era creato
negli ambienti liberali anche al di là delle Alpi a favore
dell'impresa garìbaldina, il saggio passa a narrare le vicende
dell'importazione in Italia e della consegna dei 75 revolver donati
dai sunnominati Patrìoti Svizzeri e destinati ad altrettanti
ufficiali dell'esercito in camicia rossa. L'Autore, prima di
presentare la parte più pregnante di tutto il suo lavoro, cioè la
schedatura descrittiva della dozzina di esemplari del lotto donato
ancora reperibili nelle collezioni, associata a un breve profilo
biografico dei personaggi a cui vennero assegnati, si sofferma -
come anticipato a|l'inizio - a trattare l'attività e le innovazioni
tecniche apportate dai fornitori identificabili dalle punzonature
presenti sulle armi in questione: in questa sezione potremo dunque
trovare interessanti notizie di carattere più specificamente
oplologico, certamente non tutte inedite, ma qui raccolte
organicamente a costituire un valido ed esausitivo promemoria per
studiosi e collezionisti. Il volume si conclude con un'ampia
sezione di apparati: documenti (alcuni riportati in stampa, altri
riprodotti fotograficamente), foto di armi (con particolari di
dettagli costruttivi), nonché schemi grafici per illustrarne alcuni
meccanismi. ll prezzo del libro può apparire un po' alto in
rapporto alla modesta veste editoriale (a parte la splendida
copertina cartonata) e al numero di pagine, ma certamente adeguato
al livello dei contenuti, in considerazione anche della tiratura
limitata dell'opera.
B. Lavarone
Enciclopedia dei pugnali italiani
DEL PUGNALE IL FIERO LAMPO
Enciclopedia dei pugnali italiani militari 1915-2010 e politici
1920-1945
Autore: Cesare
Calamandrei
L’arma più semplice e più antica: il pugnale -con il suo
omologo, il coltello– ha accompagnato l’uomo attraverso i millenni
mutando, sì, forma e materiali ma restando costretto entro precisi
limiti: un manico, una lama a uno o due fili, una punta.
Praticamente scomparso per uso militare con il XVII secolo,
riappare in forme umili ma efficaci due secoli dopo, con il primo
conflitto mondiale in cui, mutate drasticamente le concezioni di
combattimento ancora ottocentesche, trova ampia applicazione nelle
nuove regole imposte dalla guerra di posizione. Da qui il vasto
lavoro dell’Autore, non nuovo alla trattazione di argomenti così
vasti e particolari (“Storia dell’arma bianca italiana” “Baionette
italiane” “Meccanismi di accensione”, editi dall’Ed.Olimpia)
alleggerita e resa interessante da notazioni tecniche, aneddoti,
riferimenti storici generali o particolari. Tre anni di lavoro
intenso per realizzare, senza volerlo, un’enciclopedia, un po’ come
accaduto per i titoli citati, grazie anche ai contatti con
collezionisti italiani e stranieri che gli hanno inviato, spesso
con entusiasmo, foto, disegni, misure, notizie. Da qualche migliaio
di immagini, con un difficile lavoro di selezione e spesso di
identificazione, non sempre raggiunta, è scaturito questo volume
che sorprenderà anche vari collezionisti preparati. E’, comunque,
la prima, unica “galleria” di immagini sull’argomento, comprendente
prototipi, pre-serie, sperimentali, e tanto altro. Le immagini, fa
notare l’Autore, provenienti da tante fonti diverse, non sono
eccellenti ma ugualmente ben “ leggibili” e utili agli interessati.
Il primo settore, dopo l’ampia parte introduttiva, esamina gli
esemplari militari usati in Italia tra il 1915 e l’autunno 2010, da
arditi, paracadutisti, Corpi speciali di terra, di mare, di cielo
dalle guerre del secolo scorso, fino alle attuali missioni di pace;
gli spadini di Accademie Istituti militari. Una curiosità: nei
documenti militari il pugnale non esiste: un’eccezione quello del
1960 e qualcosa per le Accademie. Per il secondo settore, quello
politico assai più complesso, l’Autore si è avvalso della
collaborazione di Alessandro Raspagni, uno dei più noti, con Ivo
Corradini, collezionisti italiani di alto livello, che gli ha
portato fino a casa il suo intero archivio fotografico e
documentale: l’esistenza, infatti, di una miriade di tipologie non
regolamentari e non regolamentate non era facile da affrontare in
“solitaria”. L’Autore afferma che “Non si può sapere tutto. Questa
raccolta di immagini e notizie pur ampia non pretende affatto di
essere esaustiva”. A tutte le tipologie ufficiali dal 1923 al 39
infatti, usate dai membri del P.N.F. attraverso le guerre d’Africa
(dalla riconquista della Libia all’abbandono della Tunisia), la
Guerra di Spagna, la seconda guerra mondiale, la R.S.I. e la
contemporanea guerra civile, si somma infatti una congerie di
versioni e modelli quasi infinita. Il terzo settore è dedicato a
pendagli, dragone, scritte, tagliacarte, pugnali d’Onore, repliche,
una carrellata di falsi realizzati sia in Italia che all’estero.
Fino all’attuale, inevitabile arrivo delle copie cinesi. Una
notazione di carattere generale si avverte per alcuni argomenti, la
mancanza del -costoso- colore. Complessivamente le illustrazioni
superano le 1700 distribuite su 655 pagine.
G. Fabbri